13.10.2024 Matteo Marini

SpaceX, un altro passo verso Marte: catturato al volo il razzo Super Heavy di Starship

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Il gigantesco booster, alto 70 metri, è rientrato alla base dove i bracci della torre di lancio lo hanno acciuffato. Il quinto test per astronave e razzo è stato un successo

“Crazy”, “insane”, sono le parole più usate, “streammate”, twittate. SpaceX ha lasciato, ancora una volta, tutti quanti a bocca aperta. Era folle pensare che ci sarebbero riusciti, che si potesse fare sul serio, al primo tentativo. Sembra un film di fantascienza e invece è tutto vero. Il gigantesco booster Super Heavy, il più grande che abbia mai ruggito al decollo su una rampa spaziale, è tornato lì da dove era partito per essere acciuffato al volo dai bracci della mega torre di lancio (Mechazilla) sei minuti e mezzo dopo che i 33 motori Raptor lo avevano sollevato dal suolo di Boca Chica, sul litorale texano del Golfo del Messico. Si è assistito in passato al rientro dei booster del Falcon 9, ma niente di così audace si era mai visto: il Super Heavy è alto 71 metri, come un palazzo di 20 piani.

Nella testa di Elon Musk, è un altro passo verso una routine: lanci spaziali in serie, razzi che decollano spingendo una Starship, poi si staccano, rientrano, vengono riforniti e ripartono portando su un’altra astronave, vettori che si staccano da terra addirittura ogni poche ore. Il sistema che il fondatore di SpaceX vuole mettere in piedi per colonizzare Marte, lanciando centinaia di Starship all'anno. Anche se prima toccherà alla Luna.
 

Un test di successo
Il quinto test della nave Starship è stato un successo, almeno all’apparenza, con poche sbavature. Il primo obiettivo era proprio quello di fare qualcosa mai tentato prima. Il Super Heavy è tornato, almeno a vederlo, un po’ acciaccato. Qualche elemento si è staccato. Le fiamme lambivano in maniera preoccupante i suoi fianchi, ma i motori Raptor che ne hanno frenato la caduta, da una velocità supersonica a pochi metri al secondo, hanno fatto il loro dovere, portandolo a infilarsi tra le “chopstick” del Mechazilla, le “bacchette”, a quanto pare, citazione di una scena del fim Karate kid (ricordate il maestro Miyagi che tenta di catturare al volo le mosche?). Dopo una caduta da 96 chilometri di altezza, si è infilato in uno spazio che lascia pochi metri di errore.

Nel frattempo Starship, senza equipaggio, procedeva con la sua crociera verso l’Oceano Indiano a 26 mila chilometri all’ora (oltre 7 chilometri al secondo) a una quota di circa 150 chilometri. Sotto di lei scorrevano il Golfo del Messico, i Caraibi, poi l’Atlantico e poi le coste e l’entroterra africani. Il suo obiettivo, questa volta, era quello della precisione: uno splashdown controllato, in un punto preciso. Durante il precedente test, lo scudo termico non aveva retto come doveva e uno dei flap per manovrare era danneggiato, così il soft landing era avvenuto lontano dal target. Questa volta, invece, Starship si è posata proprio lì dove doveva: la prova sono i video che ne hanno ripreso l’arrivo, trasmessi dalle boe che erano lì ad attenderla sul traguardo, a nordovest delle coste australiane. Decollata dal Texas, dove era l’alba, il suo volo ha percorso mezza orbita per terminare dove il Sole era già tramontato. E poi, come se fosse una vecchia abitudine per i test, è esplosa in acqua. Non era comunque destinata a volare di nuovo.
 

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Il decollo di Starship dalla base SpaceX di Boca Chica, in Texas, per il quinto volo di test, il 13 ottobre 2024 - Credits: SpaceX

La Luna prima e Marte all’orizzonte

È una buona notizia per Elon Musk e i suoi piani di colonizzazione del Pianeta rosso, se mai avverrà. Intanto, è una buona notizia per la Nasa, che attende Starship per riportare i suoi astronauti sulla superficie della Luna, tra appena due anni, con la missione Artemis 3. Non è un caso che tra i tanti che si sono congratulati con SpaceX ci sia anche l’astronauta tedesco dell’Agenzia spaziale europea, Alexander Gerst, uno dei possibili passeggeri futuri proprio di Starship verso la Luna. Il suo tweet si conclude con “la prossima fase dell’esplorazione spaziale è iniziata!”.

Difficile che SpaceX rispetti i tempi di consegna, che si sono allungati parecchio. Anche per colpa, secondo l’azienda di Hawthorne e dello stesso Musk, della Federal aviation administration (Faa). L’autorità responsabile della regolamentazione di voli aeronautici e spaziali, sarebbe troppo lenta, è l’accusa, a concedere i permessi di volo e autorizzazioni per nuove procedure o modifiche a quelle esistenti. Ora però, i permessi di Faa consentono di effettuare nuovi test senza bisogno di nuove autorizzazioni, a patto di non modificare i piani di volo. Significa che SpaceX potrà procedere più velocemente, contando che una seconda rampa di lancio è in via di completamento proprio accanto alla prima.

Una specie multiplanetaria

Elon Musk ha promesso, non molte settimane fa, di spedire su Marte entro due anni cinque Starship senza astronauti. Ovviamente con l’astronave che sta continuando a testare, lancio dopo lancio, esplosione dopo esplosione, con un sistema “learning by doing” che nessun altro riesce ad applicare a qualcosa di così costoso e complesso come un razzo spaziale. Sono quasi tutti certi che non riuscirà nell’intento, in fondo, se avesse davvero rispettato tutte le promesse nei tempi che aveva previsto, qualcuno su Marte già ci abiterebbe. Però finora, gli obiettivi che si è dato, che sembravano fantascienza solo dieci anni fa, li ha raggiunti.

C’è curiosità, stupore e anche un po’ di preoccupazione nel chiedersi dove riuscirà ad arrivare con la sua tecnologia, in orbita terrestre, dove sta surclassando qualsiasi concorrenza con i razzi Falcon 9 e la rete satellitare Starlink; nello spazio profondo, dove vuole portare persone, sempre più lontano, per fare dell’umanità “una specie multiplanetaria” e fuggire da un pianeta, parole sue, sul quale potrebbe scoppiare presto una guerra nucleare; e tutti gli altri aspetti della vita quotidiana, dai media (con X) al trasporto (Tesla) fino alla politica, con l’appoggio a Donald Trump.

Credits Copertina: SpaceX