Cybertech 2024: l'analisi di Alfredo Mantovano su minacce e opportunità della Cybersicurezza

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio affronta le sfide italiane, evidenziando la necessità di un approccio europeo coordinato, facendo riferimento alla nuova legge italiana sulla cybersicurezza e alla direttiva NIS2 dell'UE

Per la prima volta Fondazione Leonardo partecipa a Cybertech 2024. Fedeli alla nostra mission legata alla divulgazione scientifica e tecnologica, abbiamo scelto di esserci per raccogliere e raccontare le testimonianze di aziende e istituzioni sulla cybersicurezza, un tema caldo ma anche fondamentale non solo per l'industria e per i governi, ma anche e soprattutto per la sicurezza di tutti noi cittadini.

Intervista ad Alfredo Mantovano, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Quali sono le principali sfide che l'Italia deve affrontare oggi in termini di cybersicurezza?
Sembra di vivere 40 anni fa quando ai nostri padri o ai nostri nonni veniva raccomandato di mettere una serratura un po' più solida e magari anche un sistema d'allarme, e hanno deciso di provvedere soltanto dopo che qualcuno di sgradito era entrato in casa e l'aveva ripulito.

Oggi i danni sono, se possibile, molto più seri, soprattutto in settori cruciali come quello della sanità. Di recente le ASL sono state bloccate nella loro attività, si pensi a quella di Matera o all'Azienda Ospedaliera Universitaria “Luigi Vanvitelli" di Napoli, con il blocco delle attività di radioterapia e degli interventi chirurgici.

Il governo italiano ha proposto, e il Parlamento ha approvato, una legge, la 90 del 2024, che prevede delle procedure serie - assistite in caso di inottemperanza da sanzioni - comunque non lasciate alla buona volontà dei responsabili delle varie strutture. 

Queste procedure consistono, in estrema sintesi, nella immediatezza della denuncia dell'attacco, dando così la possibilità all'ACN - Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale di mettersi in azione, individuando l'hacker e provvedendo alla rapida espulsione.

Come si può aumentare e potenziare la collaborazione tra il settore pubblico e il settore privato? 
Intanto rafforzando un quadro di procedure certe, che scoraggi improvvisazioni, e che invece spinga a dotarsi di infrastrutture solide, che sappiano reggere gli attacchi, e che quindi si rendano affidabili di fronte al soggetto pubblico.

Potenziare la collaborazione internazionale, guardando soprattutto all'Europa in termini di sicurezza informatica? 
Ultimamente c'è una singolare sinergia sul territorio nazionale, tra le norme della legge approvata dal Parlamento Italiano, la numero 90 di quest'anno, e la NIS2, la direttiva approvata in sede europea, che comincia ad essere operativa.

Diciamo che si collegano molto bene l'una all'altra, e questo deve essere il terreno operativo. Non ci può essere un sistema di cyber security per ogni Stato europeo. Sarebbe antieconomico, ma sarebbe per la dimensione che va immediatamente oltre i confini in qualsiasi Stato, sarebbe illogico rispetto alla realtà sulla quale si vuole incidere.

 

 


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