70 anni fa moriva Alan Turing, il genio perseguitato perché gay

In occasione del Pride Month, il filosofo delle nuove tecnologie Luciano Floridi ricorda l’inventore del computer. La storia di Alan Turing è quella di un genio che ha trasformato le sue intuizioni in invenzioni storiche, che hanno aperto le porte all’informatica moderna e all’intelligenza artificiale

Perseguitato, sottoposto alla castrazione chimica, torturato perché omosessuale. La storia di Alan Turing ha avuto un finale indegno dello straordinario contributo fornito all’umanità dallo scienziato inglese. Moriva suicida il 7 giugno del 1954, dopo essere stato condannato perché gay. Settant’anni fa (solo settant’anni fa!) – e fino al 1967 in Inghilterra e Galles - l’omosessualità era punita come un crimine.

La storia di Alan Turing è quella di un genio che ha trasformato le sue intuizioni in invenzioni storiche, che hanno aperto le porte all’informatica moderna e all’intelligenza artificiale. Gran parte delle azioni che compiamo oggi ogni giorno non sarebbero potute esistere senza le sue scoperte.

Nato a Londra il 23 giugno 1912 (ogni anno in questa data si festeggia l'Alan Turing Day, ndr), Turing è riconosciuto internazionalmente come uno dei più grandi matematici del XX secolo. Ma non solo. Crittografo, logico, filosofo, multitasking come diremmo oggi. Il suo lavoro ebbe un’influenza enorme sulla disciplina dell’informatica e dei concetti di algoritmo e di calcolo grazie al suo prototipo, la macchina di Turing, vero e proprio antenato del computer così come lo intendiamo oggi. E a Turing è intitolato il premio Nobel dell’informatica: l’A.M. Turing Award, assegnato ogni anno dall’Association for Computing Machinery.

Dettaglio di una riproduzione della macchina di Turing tratta dal film "The Imitation Game"
Christopher, "La bomba", modello per la macchina di Turing tratta dal film The Imitation Game, Bletchley Park, Bletchley, Milton Keynes, Buckinghamshire, England
William Warby from London, England, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

È durante la Seconda Guerra Mondiale che il lavoro di Alan Turing fu particolarmente apprezzato, in particolare grazie alla “Bomba”, una macchina elettromeccanica in grado di decodificare codici creati da quella crittografica “Enigma” dei tedeschi. Grazie alla sua invenzione vennero decifrati i messaggi scambiati dai diplomatici e i militari delle potenze dell’Asse. Turing fu indirettamente uno degli artefici della vittoria contro i nazisti.

Purtroppo, però, non sempre le storie hanno un lieto fine. Nel 1952 fu condannato per aver avuto un “comportamento indecente con un diciannovenne” e fu costretto a scegliere tra una pena di due anni di carcere o la castrazione chimica. Il matematico scelse la seconda, sottoponendosi per oltre un anno a trattamenti a base di ormoni che gli provocarono importanti conseguenze fisiche e psicologiche. Fino alla depressione che lo condusse, il 7 giugno di 70 anni fa, al suicidio per avvelenamento da cianuro di potassio. Accanto al suo corpo fu ritrovata una mela morsicata. L’inchiesta del giudice si concluse in appena due giorni e la mela non fu mai sottoposta ad analisi per accertare se all'interno vi fosse davvero del veleno.

Alan Turing aveva 42 anni. Avrebbe potuto generare altre invenzioni, importanti scoperte. O semplicemente vivere ancora. Il suo genio però venne considerato superfluo, in confronto al suo orientamento sessuale.

“Ancora oggi la discriminazione colpisce milioni di persone in moltissimi Paesi e porta quasi immediatamente all’intolleranza – afferma ai nostri microfoni Luciano Floridi, filosofo a capo del centro sull'etica digitale dell'Università di Yale

"È facile dividere tra chi sta da una parte e chi dall’altra e per chi sta dalla parte sbagliata vedere l’intolleranza crescere. Il passo successivo è l’oppressione. Discriminazione e intolleranza: di questo ha sofferto Alan Turing. Dovremmo combattere molto di più tutto questo e non lo facciamo abbastanza. La cosa importante è capire che non solo si deve essere tolleranti verso la diversità, ma bisogna abbracciarla come un valore”.

“Era un tesoro nazionale e lo abbiamo perseguitato fino alla morte”. Nelle parole dell’informatico John Graham-Cumming - che nel 2009 ha promosso una petizione per “riconoscere le tragiche conseguenze del pregiudizio” sulla fine di Turing - si scorge tutto il dispiacere per il destino del matematico. Come il dispiacere “postumo” della Gran Bretagna che nel 2017 ha onorato il grande matematico ma anche tutti i gay dell’epoca che, a differenza dell’informatico, non hanno ottenuto la stessa pubblicità. Ma che hanno la stessa dignità. La Turing Law – così l’hanno denominata gli inglesi – ha sancito la “riabilitazione giudiziaria” di circa 60mila uomini giudicati criminali fino a 57 anni fa. Solo perché omosessuali.