Ombre atomiche: il labirinto etico di Oppenheimer e il segreto di Los Alamos
Questi gli elementi di sintesi: il deserto del New Mexico, la cittadina-laboratorio di Los Alamos costruita in fretta e furia dall’Esercito statunitense, un progetto militare top secret che per diverse ragioni aveva un nome semplice e quasi banale - Manhattan - ma che vedeva, al suo interno, operare le “migliori menti” chiamate da Washington per lavorare giorno e notte sulla prima bomba atomica. Una storia che ha cambiato il mondo e che ruota intorno alla figura di Julius Robert Oppenheimer che di quell’operazione e di quel laboratorio è stato il Direttore.
Gli scienziati, guidati da Oppenheimer, avevano trasformato la teoria scientifica, scritta con un semplice gessetto, dando vita al primo ordigno atomico che – usato due volte sul Giappone – chiudeva la Guerra nel Pacifico e di fatto anche la Seconda guerra mondiale. Iniziava, però, sotto l’ombra del fungo atomico un nuovo periodo, quello della Guerra Fredda.
Fin qui la storia, consegnata ai libri e ultimamente anche alle pellicole cinematografiche. Ma cosa resta del dibattito dell’utilizzazione della scienza per fini militari, sull’ “etica” delle armi atomiche e sulla figura controversa di Oppenheimer? Lui, il “padre della bomba”, convinto sostenitore di quell’arma così distruttiva ne divenne, con il tempo, feroce critico, tanto che molti anni dopo il primo test atomico nel deserto americano, fece sua una frase di un antico testo induista: Adesso sono diventato Morte, il distruttore di mondi. Questa sua asserzione venne vista quasi come un pentimento davanti alla potenza distruttiva di quella bomba. Una frase che ancora oggi sottolinea la tragedia interna di un uomo che aveva fatto la storia, realizzando un’arma che doveva essere usata una volta “per non essere utilizzata mai più”.
Ultimata la bomba, il Nazismo era ormai caduto nel cuore dell’Europa. Così, la sua prima utilizzazione bellica cambiò scopo: colpire l’altro versante, quello del Pacifico, e far capire a tutte le altre potenze, ad iniziare dall’Unione Sovietica, che il mondo sarebbe cambiato da lì in poi e che l’America di Harry Truman era in vantaggio.
Ma le bombe cadute dal cielo sul territorio del Giappone, il 6 e il 9 agosto del 1945, fecero anche capire che l’Uomo aveva tra le mani un potere distruttivo così grande che consentiva un’altra terrificante possibilità: quella dell’autodistruzione.
Oppenheimer difese il Progetto Manhattan ma dedicò gran parte della sua vita, dopo la guerra, facendo pressioni contro la proliferazione delle armi atomiche e lo sviluppo di ordigni all’idrogeno. Ed il suo percorso fu di esempio a grandi personaggi che, malgrado il loro ruolo di potere, aderirono con il tempo al fronte degli abolizionisti, fra i quali, non a tutti è noto, gli ex segretari di Stato Henry Kissinger e George P. Schulz.
Credits Copertina: OEMA
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