IA e creatività: ecco cosa ci differenzia dalle macchine

La vera differenza tra esseri umani e macchine risiede nella natura stessa della creatività umana, profondamente legata all'imprevedibilità e alla capacità di innovare spontaneamente in risposta ad un desiderio imprevedibile

L’intelligenza artificiale pone nuovi interrogativi in relazione alla creatività e al ruolo delle persone. Se l’IA può fare tantissime cose al posto nostro in modo più efficiente, efficace, veloce e addirittura con un livello di maggiore di affidabilità, cosa resta di noi all’interno del processo creativo?

La creatività è forse l’unica qualità che distingue le persone dall'intelligenza artificiale. Bisogna però comprendere cosa si intende per creatività: corrisponde all’inventiva? Alla capacità di far emergere soluzioni inaspettate ad un problema?
Sappiamo benissimo che le soluzioni di intelligenza artificiale di cui disponiamo oggi sono di tipo generativo, quindi sono in questo senso creative. È sufficiente creare un breve testo, una foto o un video utilizzando uno degli strumenti più noti per rendersene conto.

La creatività è forse più legata alla capacità di generare l'inaspettato, di risolvere problemi in modi innovativi e di creare soluzioni sorprendenti. La vera differenza tra esseri umani e macchine risiede nella natura stessa della creatività umana, profondamente legata all'imprevedibilità e alla capacità di innovare spontaneamente in risposta ad un desiderio imprevedibile.

Le macchine che permettono il funzionamento dell’IA però sono strumenti statistici, apprendono dal loro output e modificano il loro comportamento sulla base di esso, del loro impatto sul mondo. Questo tipo creatività non è poi così determinante nel differenziarci dalle macchine, molte delle cose che vengono prodotte oggi dall'intelligenza artificiale sono difficilmente distinguibili da quello che potrebbe essere stato creato da un essere umano.

In realtà ciò che ci differenzia è il desiderio, il voler fare domande ma soprattutto l'espressione di un'assenza, di qualcosa che se lo possedessimo non staremmo lì a desiderarlo. Siamo noi quelli che pongono le domande perché a noi manca sempre qualcosa.

L'unicità degli esseri umani non è data tanto dalla capacità di fare, quanto piuttosto dalla capacità di desiderare, di voler colmare le proprie mancanze e di porre domande. Questa insoddisfazione perpetua, questa ricerca costante di qualcosa di più è ciò che distingue davvero gli esseri umani dalle macchine. Tale differenza risiede nella nostra natura di esseri incompleti, sempre alla ricerca di qualcosa che manca e sempre spinti a migliorare e innovare.

“[…] è lì che dovremmo porre maggiore attenzione, non in quello che siamo in grado di fare perché le macchine probabilmente lo faranno sempre di più, sempre meglio, al posto nostro, ma in quello che ci manca, in quello che vorremmo fosse fatto, in quello che non ci soddisfa quando è stato fatto. Ecco, in quel grande punto interrogativo che siamo tutte noi e tutti noi in questa nostra vita mortale.”