Perché l'Effetto Bruxelles nel mondo digitale svanisce? La sfida delle regole

Mentre l'Europa esporta efficacemente le sue regolamentazioni per i prodotti fisici, nel campo digitale il fenomeno è diverso. Invece di un vero effetto Bruxelles, si osserva un "effetto template" o "effetto fotocopia"

L'effetto Bruxelles è un fenomeno per cui le normative europee influenzano regolamenti a livello globale, specialmente per prodotti fisici. Questa espressione, coniata nel 2012 alla Columbia University, si riferisce alla capacità dell'Europa di esportare i propri standard regolamentari oltre i propri confini.

Un esempio è dato dalla regolamentazione sulle emissioni dei motori a scoppio. Quando l'Europa impone normative stringenti su questi motori, le aziende che intendono vendere auto in Europa devono adeguarsi a tali standard. Poiché sviluppare tecnologie conformi è costoso, le aziende tendono a mantenere gli stessi standard anche per i mercati non europei, come Corea del Sud, Brasile o Australia. Questo porta a una diffusione globale delle norme europee, facendo dell'Europa una sorta di superpotenza normativa per i prodotti fisici.

L'effetto Bruxelles non si applica però con la stessa efficacia al settore digitale. Le normative digitali europee, come il GDPR (General Data Protection Regulation), l'AI Act, il Digital Markets Act e il Digital Services Act, non riescono a imporre gli stessi standard a livello globale. Nei servizi digitali, è relativamente semplice adattarsi alle regolamentazioni locali senza adottare completamente gli standard europei. Ad esempio, Google applica il diritto all'oblio in modo diverso in Europa rispetto agli Stati Uniti, dimostrando come le normative digitali non abbiano lo stesso effetto unificante dei regolamenti sui prodotti fisici.

Emerge una distinzione importante: mentre l'Europa esporta efficacemente le sue regolamentazioni per i prodotti fisici, nel campo digitale il fenomeno è diverso.

Invece di un vero effetto Bruxelles, si osserva un "effetto template" o "effetto fotocopia". Altri paesi possono guardare alle normative europee come modello iniziale, ma poi le adattano alle proprie necessità, creando regolamentazioni simili ma non identiche.

Questo approccio permette di evitare gli errori europei e migliorare le normative dove possibile, ma non rappresenta una vera e propria esportazione legislativa.

In sintesi, l'Europa non esporta direttamente le sue regolamentazioni digitali piuttosto funge da apripista. Gli altri paesi osservano e imparano dalle prime esperienze regolamentari europee, decidendo se e come adottare elementi di queste normative. Il ruolo dell'Europa rimane comunque significativo, poiché chi crea le prime regole spesso indirizza il percorso normativo successivo, ma non equivale all'imposizione globale delle proprie leggi e quindi all’effetto Bruxelles.

A questo punto allora l'Europa non è tanto esportatrice di legislazione quanto apripista, permette ad altri di fare di più e meglio, se vogliono, quando l'Europa ha già fatto. […] Non abbiamo un'etichetta per questo ma sicuramente non è l'effetto Bruxelles.