Da gusci di cozze e sedimenti nei porti nuovi prodotti per l’edilizia: il progetto del Poliba per riutilizzare gli scarti

Il Politecnico di Bari ha brevettato una soluzione per il riuso dei sedimenti dragati nei porti, basata sull’uso di una polvere ottenuta dai gusci di mitili

Una nuova vita per i gusci di cozze e i sedimenti dragati dai porti: questa è la sfida del Progetto GreenLife4Seas (GREen ENgineering solutions: a new LIFE for SEdiments And Shells) guidato dalla professoressa Claudia Vitone (nel video) del Politecnico di Bari, insieme ad altri 8 partner europei in un consorzio a “tripla elica” che, dunque, coinvolge università ed enti di ricerca, pubbliche amministrazioni e aziende.

Il progetto, finanziato nell’ambito del programma europeo LIFE, punta a risolvere due importanti problemi ambientali riguardanti il difficile smaltimento di gusci di mitili e sedimenti marini che si accumulano nei fondali dei porti a causa delle correnti. L’Italia, secondo i numeri di Fao-Fishstat, è tra i primi dieci produttori mondiali di cozze e ostriche (equivalente al 10% della itticoltura totale).

Essendo costituiti per il 95% da carbonato di calcio, i gusci di mitili non sono biodegradabili, sono difficilmente compostabili e rappresentano rifiuti di lungo e costoso smaltimento. È quindi piuttosto diffuso il loro smaltimento illegale a terra e a mare con un conseguente impatto negativo sull’ambiente. Volumi di sedimenti pari a circa 10000 edifici di 5 piani vengono ogni anno dragati in Europa dai fondali dei porti per garantire l’accesso alle navi e, quindi, la loro piena operatività.

Dalla collaborazione con ETH di Zurigo, i ricercatori del Politecnico di Bari hanno brevettato una soluzione per il riuso dei sedimenti basata sull’uso di una polvere ottenuta dai gusci di cozze. I risultati mostrano che questi scarti possono efficacemente sostituire una parte dei cementi. Grazie alla collaborazione con le aziende partners del progetto (SIMEM S.p.A., Vitone Eco Srl e Noesis European Development Consulting) con ISPRA e CNR, verranno realizzati e messi in opera dei prototipi di frangiflutti, pavimentazione da esterni e modelli in scala per banchine direttamente nei porti di Bari, Barletta e La Spezia in Italia e del porto del Pireo in Grecia, ovvero dai siti da cui i sedimenti verranno dragati.

Il progetto, che ha come capofila il Politecnico di Bari, durerà 5 anni e coinvolgerà Italia e Grecia. Al progetto aderiscono, inoltre, 20 stakeholders tra cui il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, il Comune di Bari, diverse cooperative di mitilicultori, Remtech expo, Sednet, e numerose aziende come Mapei e Heidelberg Materials.