Ecco come nascono i terremoti dei Campi Flegrei. La teoria del Cnr - Irea basata su dati satellitari

I dati satellitari per analizzare lo sciame sismico nell'area occidentale di Napoli: c'è dibattito nella comunità scientifica sulla sorgente superficiale d'energia  

Il vulcano dei Campi Flegrei c'è, anche se non si vede. Ne sanno qualcosa gli oltre 500 mila residenti della vasta conurbazione che comprende i comuni attorno Pozzuoli e i quartieri occidentali di Napoli. L'attività sismica della zona ha raggiunto una frequenza quasi quotidiana, negli ultimi due anni ne sono stati contati quasi 7.000, con scosse di magnitudo solitamente bassa, ma con i picchi più alti degli ultimi 40 anni.

Fenomeni osservabili negli ultimi 25 anni

Deformazioni in superficie 
(GPS e Satellite); 32 anni di misure satellitari con i ERS1/2 ENVISAT (ESA), COSMO-SkyMed (ASI) e Sentinel-1 (ESA)

Sismicità
(crisi: agosto-ottobre 2023 e aprile-giugno 2024)

Attività fumarolica
(composizione dei gas, temperatura)

Temperatura del suolo
(dati satellitari e da drone) che mostra un incremento dal 2021

Ma da cosa sono causati tutti questi terremoti

mappa dei campi flegrei dall'alto

Mappe termiche da uno studio dell’Osservatorio Vesuviano - INGV

Secondo un modello messo a punto dal CNR-IREA di Napoli, (Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente) sulla base di un gran numero di dati, in larga parte satellitari, la sorgente di energia che sarebbe responsabile dei numerosi terremoti è da collocare a meno di mezzo km di profondità, in corrispondenza della Solfatara, la polverosa area di emissione gassosa tra Bagnoli e Pozzuoli.

“Sulla sorgente magmatica profonda c’è un buon accordo nella comunità scientifica – spiega Pietro Tizzani, primo ricercatore del CNR IREA -. C'è invece dibattito sulla porzione superficiale del sistema. Con il mio gruppo abbiamo realizzato una modellazione dei dati di deformazione del suolo rilevati dai satelliti, processati attraverso la tecnica dell'interferometria differenziale, con un approccio di modeling innovativo basato sull’imaging tomografico geodetico multisorgente, che a differenza degli approcci classici è capace di dare una visione olistica e multiscala della sorgente di sovrappressione da profonda a superficiale. In questo modo abbiamo individuato una sorgente in sovrappressione subsuperficiale in cui fluidi possono interagire con la regione ad alta fratturazione. Nell’area di Solfatara/Pisciarelli questa regione si spinge fino a 4-500 metri sotto la superficie”. Tradotto in termini più semplici vuol dire che le pressioni prodotte dal sistema magmatico si sono incanalate in fratturazioni della crosta sub-superficiale fino ad arrivare ad esercitare una spinta in una zona relativamente prossima al livello del mare. 

Nel caso dei Campi Flegrei non esiste un vero e proprio cono vulcanico, come nel caso dell'Etna o del Vesuvio. A seguito del collasso della camera magmatica, probabilmente per un'esplosione avvenuta decine di millenni di anni fa,

la caldera si è inabissata: ha un diametro di circa 13 chilometri e include diverse caratteristiche vulcaniche come crateri, fumarole, sorgenti termali e un lago vulcanico, il Lago d'Averno.

La variegata composizione del supervulcano flegreo complica il compito degli istituti scentifici che monitorano l'attività del Supervulcano, con in testa l'Osservatorio Vesuviano, che fa parte dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), incaricato di stilare un bollettino periodico.

"I Campi Flegrei sono un’area vulcanica attiva caratterizzata dalla presenza di numerosi centri eruttivi, distribuiti su un’ampia area - aggiunge Tizzani -. Progressivamente, la caldera può essere caratterizzata da un fenomeno noto come “risorgenza”, in cui il fondo della caldera si solleva gradualmente. Questo sollevamento è causato dalla reiniezione di magma o dall’accumulo di gas magmatici sotto la caldera, che esercitano pressione verso l’alto. Le caldere risorgenti sono caratterizzate da un processo di sollevamento e subsidenza (abbassamento) noto come bradisismo e che può variare da pochi centimetri a diversi metri. Questo movimento caratterizzato da velocità variabili nel tempo e nello spazio, può essere accompagnato da attività sismica, emissioni di gas vulcanici e riscaldamento della superficie".