Connettività, risorse digitali e nuove metodologie didattiche: i dati dell’Osservatorio Scuola Digitale

Giovani studentesse e studente sullo sfondo osservano un modellino di drone, accanto lo schermo di un computer

I dati 2022-23 dell’Osservatorio Scuola Digitale hanno permesso il censimento di tutte le scuole e mappato il processo di digitalizzazione dell’intero sistema scolastico

Il 29 luglio sono stati resi noti i dati raccolti dall’Osservatorio Scuola Digitale relativi all’anno scolastico 2022-’23 che fotografano lo stato dell’arte relativo al ritorno degli investimenti fatti negli strumenti, nelle competenze, nella formazione, e più in generale in quegli elementi che facilitano la didattica digitale in tutte le scuole statali d’Italia.

Il 96% delle scuole del paese ha risposto al questionario sottoposto dall’Osservatorio, pensato proprio per raccoglie una serie di indici (uniformati a quelli dell’OCSE, del Report on the state of the Digital Decade e della Corte dei conti Europea) riguardanti, tra gli altri elementi:

  • il numero e la tipologia di risorse educative e strumenti informatici a disposizione dalle scuole
  • l’utilizzo delle tecnologie nella didattica
  • il ricorso a pratiche di apprendimento attivo nelle discipline scientifiche
  • il processo di formazione degli insegnanti
  • l’impiego di metodologie didattiche innovative
  • l’orientamento della scuola a impiegare pc e tablet durante la didattica ordinaria
  • l’inserimento di attività laboratoriali legate alle competenze digitali all’interno di specifici progetti PTOF
  • l’accesso alla connettività della struttura scolastica (numero di contratti telefonici, diverse tipologie di connessione, capacità di risposta alle esigenze di segreteria e didattica)
  • gli investimenti relativi a PON e PNRR per l’allestimento di ambienti didattici innovativi e l’impiego di nuove metodologie
  • il processo di digitalizzazione e innovazione della biblioteca scolastica (ossia l’adesione al Sistema Bibliotecario Nazionale di catalogazione online, l’adozione di testi in formato elettronico, oltre che l’utilizzo di Open Educational Resources - il che significa materiali per l'insegnamento, l'apprendimento e la ricerca prodotti su qualsiasi supporto e rilasciati con accesso gratuito, eventualmente realizzati anche dagli studenti).

In questo modo, non soltanto sono state censite tutte le scuole dal punto di vista anagrafico (numero di alunni, di aule, di laboratori, di strumentazione, etc.), ma si è verificato anche a che punto si trova il processo di digitalizzazione dell’intero sistema scolastico ossia l’accesso alle risorse digitali, la capacità di utilizzo da parte degli insegnanti, il livello di coinvolgimento degli studenti ai progetti di avvicinamento alle discipline STEM anche dal punto di vista laboratoriale e trasversale a tutte le materie, nonché il grado di adesione, da parte dell’istituto scolastico, a metodi didattici alternativi, inclusivi e innovativi.

Ebbene, l’immagine dei dati che l'Osservatorio ha pubblicato sul sito del MIUR, mostra una situazione non del tutto positiva, dove si evidenziano diverse aree di miglioramento su cui agire.

In media l’81% delle scuole ritiene la connessione a internet adeguata al carico di lavoro richiesto dalla didattica. È però interessante vedere dai dati che tale percentuale così alta non si presenta in modo omogeneo sul territorio nazionale: infatti solo 7 regioni si riconoscono nella fascia alta di adeguatezza, mentre le restanti 11 si collocano al di sotto della linea dell’80%.

Oltre al tipo di connettività e all’accesso alla rete, va considerato anche il numero di device che la scuola mette a disposizione per le attività laboratoriali: in media sono disponibili 18 pc o tablet ogni 100 alunni per il primo ciclo di studi, mentre ce ne sono 23 su 100 per il secondo ciclo. È chiaro quindi che anche quando la scuola dichiara di svolgere attività laboratoriali e intraprendere attività di formazione volte alle competenze digitali (il 94% delle scuole offrono tali attività nel Piano Triennale di Offerta Formativa), avendo a disposizione così poche risorse tecnologiche, diventa difficile realizzarle efficacemente.

Per quanto riguarda poi le metodologie didattiche innovative, è stato raccolto un ventaglio ampio di soluzioni utilizzate nelle scuole, tra cui il Cooperative Learning, il Learning by doing e la Didattica attiva integrata al digitale. Queste risultano essere le prime tre scelte da parte di tutti gli istituti sia del primo sia del secondo ciclo. Si tratta di metodologie che prevedono un coinvolgimento molto più attivo dello studente che diventa parte integrante del processo di apprendimento: nel Cooperative Learning i ragazzi vengono divisi in gruppi a cui vengono affidati azioni di approfondimento specifico dove l’insegnante svolge il ruolo di organizzatore e facilitatore della collaborazione tra gli alunni, nel Learning by doing i ragazzi imparano concetti nuovi attraverso il fare e quindi attraverso la pratica, mentre nella didattica attiva gli studenti sono chiamati a svolgere attività di approfondimento attraverso discussioni e confronti, attraverso l’utilizzo del materiale digitale.

Oltre a queste tre metodologie la scelta si differenzia per la tipicità del ciclo scolastico. Si nota, infatti, alla quarta posizione, la scelta del Circle time nel primo ciclo e quella del Debate nel secondo. La prima è legata all’età e alle diverse competenze che gli studenti hanno da un ciclo di studi all’altro dato che il Circle time è un’attività molto inclusiva che prevede un momento periodico nell’arco del tempo in cui studenti e insegnanti si dispongono in circolo, si discute di una tematica e ciascuno esprime ciò che pensa a riguardo in maniera libera, senza valutazioni e senza pressioni, per sviluppare la capacità dell’ascolto attivo. Il Debate è invece un’attività che prevede un dibattito su tematiche più strutturate e richiede quindi la capacità di portare avanti argomentazioni, pensiero critico, dialettica e cooperazione.

In merito alla formazione dei docenti, gli aspetti che emergono sono diversi:

sono state poche le scuole assegnatarie dei fondi per la formazione degli insegnanti sull’insegnamento delle discipline STEM con l’utilizzo delle tecnologie digitali (il 29% delle scuole del primo ciclo e il 13% delle scuole del secondo ciclo) e anche laddove sono stati istituiti questi percorsi formativi, l’adesione da parte dei docenti non è stata significativa: il 67% delle scuole infatti dichiara che meno della metà dei docenti ha aderito a tali iniziative di formazione.

Altro nodo da sciogliere è la creazione di progetti specifici per avvicinare bambine e ragazze alle discipline STEM: soltanto il 41% delle scuole ha risposto affermativamente. E anche in questo caso si ritrova lo scenario precedente per la formazione dei docenti, l’adesione da parte delle studentesse è stata piuttosto bassa: solo il 10% di queste scuole virtuose ha visto un’adesione superiore al 67% del totale delle studentesse.

 

Credits copertina: Envato @seventyfourimages