22.07.2024 Claudia Fiasca

Tra cielo e mare: i droni della METEOR al MuCa di Monfalcone

Prototipo velivolo davanti ad area industriale e cantieri navali

“Drone” deriva dal tedesco drohne, ovvero il fuco (il maschio dell’ape), perché il ronzio emesso ricorda quello dell’insetto in volo. Per ripercorrere le tappe principali del progresso tecnologico conseguito in Italia nel settore dei velivoli a pilotaggio remoto, la mostra allestita presso il MuCa - Museo della Cantieristica di Monfalcone riporta l’attenzione sui velivoli dell’allora METEOR, azienda presente a Ronchi dei Legionari (GO), poi confluita in Leonardo. Un viaggio che dal 1947 ha lasciato il segno nella storia dell’aeronautica e che oggi resta un asset in espansione per i molteplici utilizzi in ambito civile e militare.

 

Il Museo della Cantieristica di Monfalcone si affaccia sul Golfo di Trieste, nel quartiere Panzano di Monfalcone, un villaggio operaio realizzato dai fratelli Cosulich a partire dal 1908. Il segno di una realtà familiare e imprenditoriale che ha impresso una traccia indelebile nel territorio e tra i suoi abitanti.

All’interno, in quello che era l’Albergo Operai, anche noto come “Albergo dei lupi”, è custodita la storia di oltre centodieci anni dell’industria nautica; all’esterno, la contemporaneità del cantiere navale, parte del gruppo Fincantieri, dove ancora oggi vengono prodotte alcune delle navi da crociera più belle del mondo, prima appellate come “le regine del mare”: un concentrato di eleganza, tecnica, stile, arte e innovazione.

Se nell’immaginario di molti Monfalcone è “la città dei cantieri”, meno scontato è riscoprire la sua vocazione aeronautica, le cui origini si trovano già in quel ventennio – dal 1923 al 1943 – che vide insediarsi qui il Cantiere Navale Triestino per la costruzione degli idrovolanti CANT, protagonisti di innumerevoli successi e record mondiali. Una produzione che si interromperà poi per via della guerra.

Alle origini della METEOR c’è, ironicamente, un episodio che mette in luce uno dei tanti aspetti tra i due comparti produttivi che coesistono nel sito giuliano. Nel dicembre del 1955, il transatlantico Vulcania faceva ritorno dal suo viaggio inaugurale sulla rotta Trieste-New York-Trieste. La cerimonia di accoglienza prevedeva che, al suo ingresso in porto, si alzasse in volo un aereo trainante uno striscione con su scritto “Bentornata Vulcania”. Incaricata dalla Società Armatrice Italia, la METEOR equipaggiò così un Auster (uno dei velivoli leggeri che l’azienda recuperava tra quelli lasciati - ormai ridotti a rottami - dagli Alleati) predisposto per trainare il cavo. Purtroppo, un lieve ritardo nelle operazioni di volo fecero sì che la scritta si alzasse in cielo a nave ormai ormeggiata.

C’è quasi un filo trasparente che lega le vicende industriali di questo territorio e ricollega due diversi mondi tecnologici. La mostra “Macchine volanti 2. Storia ed evoluzione della tecnologia degli aeromobili a pilotaggio remoto” è occasione di riscoperta dell’articolata evoluzione dei droni in Italia, dalla metà degli anni Quaranta fino ai giorni nostri.

Promossa dal Comune di Monfalcone e dal CCM – Consorzio Culturale del Monfalconese / Ecomuseo territori. Genti e memorie tra Carso e Isonzo, in collaborazione con l’Aeronautica Militare Italiana nell’ambito degli eventi promossi per il Centenario della Forza Azzurra, e curata da Susanna Ognibene, l’esposizione ripercorre le diverse fasi di sviluppo dei “velivoli a pilotaggio remoto”, il cui focus centrale, grazie alla partecipazione di Leonardo, è dedicato alla società METEOR, fondata a Ronchi dei Legionari nel 1947 da Furio Lauri, Medaglia d’oro al Valore Militare, avvocato, imprenditore e pilota.

Durante il dopoguerra, negli anni che videro ferma la produzione aeronautica nazionale a causa dei vincoli dettati dal Trattato di Pace, Lauri - spirito libero, irrequieto e intraprendente - si adoperò per evitare che si disperdessero sul territorio le competenze e le maestranze del settore, il patrimonio tecnico, e l’aeroporto di Ronchi dei Legionari. Grazie al suo impegno, infatti, questo fu affidato alla METEOR, affinché, dopo i bombardamenti del 1944, potesse essere nuovamente operativo al traffico aereo civile. Tra i vari aneddoti che ruotano attorno a questa vicenda, le fonti ricordano che Lauri dovette affrontare alcuni scontri per via delle “piste d’atterraggio occupate dai contadini intenti a trasformarle in vigne…”[1].

Dipendenti METEOR davanti lo stabilimento industriale, Ronchi dei Legionari
Dipendenti METEOR davanti lo stabilimento industriale, Ronchi dei Legionari (GO), 1975, crediti Archivio G. Seretti

Come si arriva da questa piccola impresa - fondata con un capitale sociale di 1.500.000 Lire - alla produzione dei droni, è una vicenda complessa e lunga di cui resta oggi lo spirito di guardare al futuro e di prefigurare le esigenze del mercato. Dalla fine degli anni Cinquanta, infatti, l’avvocato Lauri, dopo un grave incidente aereo durante il collaudo di un Tornado P55, si avvierà verso la progettazione e la produzione di aerobersagli e velivoli senza pilota, che vedranno una loro prima sperimentazione nel costituendo Poligono Interforze di Salto di Quirra in Sardegna.

La mostra, visitabile al MUCA fino al 22 settembre prossimo, è l’occasione per svelare i velivoli originali e le testimonianze, ora proprietà di Leonardo, custodite presso il sito Leonardo di Ronchi dei Legionari, in cui ancora oggi si sviluppano e si producono i più recenti sistemi aeromobili a pilotaggio remoto, gli Uncrewed Aircraft System (UAS), e i velivoli da sorveglianza senza pilota, gli Uncrewed Aerial Vehicle (UAV).

Tra i mezzi esposti, dal Meteor P0 del 1958, variante prototipica della numerosa famiglia METEOR, primo drone a essere sviluppato e realizzato nel dopoguerra in Europa, fino al Meteor Mirach 20 del 1983, primo UAV progettato e prodotto in Italia. Sono esempi di tecnologie che nel tempo hanno ampliato capacità e campi di applicazione, anche in ambito civile: dall’aerospazio all’agricoltura, dalla meteorologia al monitoraggio ambientale, fino al trasporto e al servizio di attività di ricerca e soccorso.

Non è quindi solo una mostra di “macchine volanti” che nel quotidiano chiamiamo “droni”, ma un racconto da leggere in ogni suo aspetto in cui si intrecciano vicende familiari, imprenditoriali e una sperimentazione che è alle radici dello sviluppo economico e industriale di un intero territorio.

Di questa storia di lungimiranza, passione, spirito d’innovazione, capacità di visione e intraprendenza, resta la traccia nella produzione odierna di Leonardo…e “un’impronta” sul terreno. Alla fine degli anni Ottanta, infatti, gli architetti Patrizio Corno e Gianfranco Frattini, progettando i nuovi stabilimenti Aeritalia a Ronchi dei Legionari, con un gioco di perpendicolari pensarono a un edificio dal corpo centrale e due ali laterali.

Così, se si osserva il paesaggio dall’alto, sul lato nord della pista aeroportuale, idealmente quasi al confine del cantiere navale affacciato sul mare, due ali disegnano il profilo di un velivolo. Un richiamo visivo lì dove oggi l’innovazione prosegue il suo corso.

 

Credits copertina: Museo della Cantieristica di Monfalcone

 

MuCa – Museo della Cantieristica di Monfalcone
Via del Mercato, 3 Panzano 34074 Monfalcone
info@mucamonfalcone.it

 


[1] Carlo Siardi, Origini e successo dei droni. Furio Lauri, la METEOR e “quelli di Ronchi”. 50 anni di storia svelata, ed Aviani & Aviani, Udine, 2022, pg. 44