La vita che verrà
Il museo aeronautico di Vigna di Valle ricorda la sfida spaziale.
Il museo aeronautico di Vigna di Valle ricorda la sfida spaziale.
Meditare apre le soglie, le socchiude, le spalanca, le accosta. Non restano per sempre invariabilmente aperte né invariabilmente chiuse.
Chi avrebbe mai pensato che il sistema solare potesse fungere da flipper? Dimitri Veras.
Perseverance è il nome scelto da uno studente del Michigan per il rover che è atterrato su Marte lo scorso 20 febbraio.
C’è uno spettacolo, che si chiama “Tracce”, messo in scena da Marco Baliani, che è il più grande dei monologhisti italiani, che racconta lo stupore e l’incantamento.
La storia della scienziata che ha inventato la tuta di Yurij Gagarin: Varvara Vasil’evna Čërnaja-Čičagova (1914-1999)
Se oggi sappiamo che almeno la metà delle stelle possiede un sistema planetario, lo dobbiamo al premio Nobel per la fisica 2019, Didier Queloz.
A pochi chilometri dal centro di Washington c’è la sede di uno dei più importanti laboratori di ricerca aerospaziale del mondo, il Goddard Space Flight Center della NASA.
Con Luigi Pasquali, amministratore delegato di Telespazio e coordinatore delle Attività Spaziali di Leonardo, percorriamo le nuove frontiere di uno spazio al servizio della società, attraversando capitoli affascinanti.
Sono passati 63 anni dallo Sputnik 1, 59 dal lancio di Jurij Gagarin e 51 dall’Apollo 11.
Lo spazio cosmico è un luogo freddo e solitario, soprattutto per il pensiero geopolitico contemporaneo, che non si è evoluto di pari passo con la crescente importanza dei sistemi spaziali per la politica e l’economia internazionali.
Lo spazio è un concetto affascinante: basta alzare gli occhi al cielo di notte e lasciare andare il pensiero alle stelle, ai pianeti e ai satelliti che ci circondano e si perdono verso l’infinito.
I primi due decenni del ventunesimo secolo sono stati caratterizzati da un rinnovato e profondo interesse per l’esplorazione, l’utilizzo, la ricerca e la tecnologia legati allo spazio.
Valentina Sumini, piemontese dell’85, ci raggiunge al telefono da Boston, dove è ricercatrice per il Massachusetts Institute of Technology.
Il replicante Nexus 6 Roy Batty viene ufficialmente “ritirato” nel futuristico 2019 del Blade Runner di Ridley Scott.